A Mirafiori abbiamo ripetuto un mantra senza averlo mai sentito: TINA, there is no alternative, ( non ci sono alternative). Una voce interiore si è fatta strada a partire dagli anni 80, grazie ai governi Reagan e Thatcher e che è arrivata fino alla nostra periferia e ci ha convinto. Quando ci hanno detto che non c'erano alternative alla cassa integrazione, abbiamo pensato " si, è vero”. Quando è stato sospeso l'autobus 63 abbiamo detto, " si, è giusto". Quando hanno costruito l'inceneritore abbiamo pensato " beh, è inevitabile". Quando ci ha detto che non c'era lavoro, abbiamo prestato fede alla retorica priva di discussioni che si è imposta " senza sentir ragioni". Siamo andati dietro a un miraggio, e siamo stati spinti fuori. Poi, quando credevamo di essere fuori dal lavoro, abbiamo capito che eravamo fuori dalla vita.
Fabrizio
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E' una riflessione che, in poche righe, spiega molto di ciò che sta succedendo nella vita di tutti. Primo, viene a mancare la fiducia. Le promesse cadono come birilli.Oppure, già al momento in cui sono formulate, suonano false e impossibili, e cominci a temere che si realizzeranno davvero. Secondo, viene a mancare la speranza, non nel senso generico di un futuro migliore, ma in quello specifico della effettiva realizzazione di due o tre iniziative che si aspettano da tanto e non vengono. Esempio: dignitoso e sicuro trasporto cittadino. Terzo, viene a mancare la credibilità di chi ha le mani sui congegni organizzativi. Se non fanno cose ovvie e semplici, come la marijuana terapeutica e il diritto di morire, perché dovrebbero porre mano a meccanismi complessi come la lotta alla corruzione e la certezza del merito nei concorsi? Quarto, perché è impossibile avere un leader ( al comando o all'opposizione ) che non clicchi ogni giorno soltanto le sue idee, fantasie e giudizi, e non una sola frase dedicata ai cittadini che aspettano, e che hanno smesso di credere nella stravaganza e nella battuta estrosa come via di fuga? Quinto. Tutti noi sappiamo con certezza ( e verificheremo domani ) che nessuno, in questo momento, fra i responsabili della vita pubblica e politica, sta pensando ( almeno uno di loro alla volta ) alla scuola dei bambini, al pronto soccorso dei malati, al lavoro dei ragazzi, a un minimo di cura benevola per i vecchi. Avrei voluto dire a chi mi ha scritto: " via, non disperi". Ma non so come fare.
FURIO COLOMBO
LETTERA - IL FATTO –20- giugno-2017 pag. 10
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